I SICILIANI AI MONDIALI

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I SICILIANI AI MONDIALI

a cura di Michelangelo Granatamelluzzo

 In tutto sono stati diciannove gli atleti che hanno rappresentato la
Sicilia nelle diciassette edizioni passate; quarantacinque le presenze; quattro le medaglie, due d’oro e due d’argento; sei volte in finale.

 

Il siracusano Matteo Melluzzo è il ventesimo atleta siciliano a prendere parte a questa rassegna iridata, mentre la niscemese Alice Mangione era stata già riserva della 4x400 a Doha nel 2019.

Il primo a partecipare ai Mondiali è stato il nostro campione, Totò Antibo, il 12 agosto 1983 nella semifinale dei 5000 m. E poi altre tre sofferte successive presenze.

Antibo, uno dei più grandi mezzofondisti della seconda metà del secolo scorso e a lungo dominatore europeo sui 5000 e 10.000 m, l’ultimo a primeggiare prima che gli africani prendessero definitivamente in mano la pista.Vittorie epiche le sue, da ultimo dei mohicani, il solo in grado di sconfiggere gli atleti africani, di rimandare di qualche anno il loro regno incontrastato che dura dal 1991, da quando un avversario vigliacco si è infilato nella vita di Totò.

 durso

Un capitolo intero va alla nostra amata Anna Rita Sidoti, lo «scricciolo d’oro» di Gioiosa Marea che ci ha lasciato il 21 maggio 2015, doveva compiere 46 anni il 25 luglio, tra lo sgomento e il dolore di tutti noi. Una vera leonessa, colonna della marcia italiana femminile, 47 presenze in azzurro; campionessa mondiale; due titoli europei all’aperto, Spalato 1990 a 21 anni e Budapest 1998, uno al coperto, Parigi 1994. La sua grinta, la sua tenacia e quel sorriso che le illuminava il volto, sono entrati nel cuore di tuttiAi Mondiali sei le sue presenze: sui 10 km, nona a Tokyo 1991 (44’18”) e a Stoccarda 1993 (44’13”); tredicesima a Göteborg 1995 (44’06”); medaglia d’oro ad Atene 1997 (42’55”49 su pista); sui 20 km, ritirata a Siviglia 1999 e ottava ad Edmonton 2001 (1.31’40”).

 

La vittoria di Anna Rita ad Atene nel 1997 stupì il mondo intero, il secondo oro femminile per l’Italia nella storia della rassegna iridata, dopo quello di Fiona May nel lungo a Göteborg. Da riserva in panchina all’oro in una marcia trionfale allo stadio Panathinaikos. Adesso che Anna Rita non è più con noi, ci commuovono intensamente, quasi a risentirle, le sue prime parole dopo la fantastica gara: «Non ci credo, non ci posso credere! Ho preso in mano il destino e dato un cazzotto al mondo e alla sfortuna». Questo il commento di Pino Clemente: «Gli Dei Olimpici hanno deciso di premiare con una medaglia dal valore inestimabile, la campionessa più lieve di tutta la variegata popolazione dell’atletica leggera di caratura mondiale. La Sidoti ha dominato dal primo all’ultimo metro, le avversarie russe e bielorusse sono state frullate da quel vortice inarrestabile di passi frenetici».

 

Giuseppe Gibilisco segue Anna Rita con cinque presenze ai Mondiali, alla pari di Giuseppe D’Urso e la triplista Simona La Mantia: nell’asta in qualificazione tre nulli a 5,30 ad Edmonton 2001; oro a Parigi-St Denis 2003; quinto ex-aequo ad Helsinki 2005 (5,50); settimo pari merito a Berlino 2009 (5,65); di nuovo senza misura in qualificazione a Mosca 2013. Il 28 agosto 2003 è il Giorno dei Giorni per il siracusano, nel grande Stade de France, due falli a 5,75, rimane l’ultimo tentativo e, amante del rischio, passa a 5,80 con un’altra asta più dura, consigliatagli da Vasily Petrov, altezza superata, poi davvero grande con 5,85 e 5,90 alla prima prova. Il saltatore ripete così l’exploit che gli era riuscito al Golden Gala di Roma, superare il primato italiano due volte nella stessa gara, merce assai rara in un mondiale. Primo titolo di un italiano in gare «globali», dietro di lui Okker Brits (Sud Africa), Patrick Kristiansson (Svezia) e Dmitri Markov (Australia), nell’ordine, tutti con 5,85.

 

Brillanti le medaglie d’argento di Giuseppe D’Urso e Vincenzo Massimo Modica. Il catanese negli 800 metri fa la sua prima apparizione a Tokyo 1991, quarto in batteria (1’46”82); argento a Stoccarda 1993; in batteria ancora quarto a Göteborg 1995 (1’47”43) e ritirato ad Atene 1997; sui 1500 14° in batteria a Siviglia 1999 (3’50”71). D’Urso, nel glorioso Neckarstadion, ristrutturato per l’occasione e ribattezzato Gottlieb-Daimler-Stadion, il 17 agosto 1993, una data che rimarrà scolpita nel palmarès dell’atletica italiana, giustizia in volata il favorito Billy Konchellah, il lungo Masai che aspirava alla tripletta mondiale dopo Roma 1987 e Tokyo 1991, finito solo terzo, ma soccombe all’altro keniano, la lepre Paul Ruto, 1’44”86 contro 1’44”71.

 

Alla prima grande finale della sua vita, il nostro campione non si perde d’animo, Ruto schizza via allo sparo, l’azzurro è quinto alle spalle degli inglesi Curtis Robb e Tom McKean, il canadese Freddie Williams, dietro il campione olimpico William Tanui, mentre il favorito Konchellah trotta nelle retrovie. Ruto passa ai 400 in 51”22, ai 600 parte Williams per poi spegnersi, D’Urso corre all’esterno, alla sua sinistra gli inglesi e Tanui. Volata da favola, l’azzurro compie il capolavoro negli ultimi 120 metri, si beve gli avversari, da quarto passa a secondo, Ruto è a tiro. Konchellah si scuote ma il catanese tiene e resiste al ritorno del «principe masai». Strappa con i denti l’argento, soltanto quindici centesimi lo separano da Ruto e appena tre lo riparano da Konchellah (1’44”89). Giuseppe dopo l’arrivo è incredulo, quasi non si capacita, ma non si deve svegliare da nessun sogno, quel gradino in cima all’élite mondiale gli appartiene di diritto. L’amico Andrea Benvenuti in tribuna piange, era crollato a terra in batteria dopo 230 metri di gara per una microfrattura al piede sinistro. Nella storia del mezzofondo veloce quattro italiani sono saliti sul podio ai Giochi Olimpici o ai Campionati Mondiali: Emilio Lunghi, Luigi Beccali, Mario Lanzi, Giuseppe D’Urso. Claudio Colombo sul Corriere della Sera definì l’argento di Giuseppe D’Urso: «Un sorso d’aria pura». E Andrea Schiavon sulla rivista «atletica» scrisse: «Pensate a come sarebbero otto corsie che, partendo da Emilio Lunghi e Mario Lanzi e passando per Marcello Fiasconaro, Donato Sabia e Andrea Longo, arrivassero sino a Giordano Benedetti. In questa gara della memoria due corsie buone, di quelle centrali, spetterebbero di diritto a Giuseppe D’Urso e Andrea Benvenuti, due campioni dalle vite parallele».

 

Vincenzino Modica, 28 anni, poliziotto, ritiratosi alla maratona di Atene 1997, due anni dopo a Siviglia è stupendo, è sua la quarta medaglia della spedizione azzurra, il terzo argento. È il più coraggioso di una squadra che vince la Coppa del Mondo, in casa di una superpotenza della maratona, la Spagna, anche se adombrata dall’EPO. Per Massimo Magnani, responsabile degli azzurri: «Modica è stato grandioso, il motore è buono, ora è migliorato il pilota». All’ultimo passaggio tra le guglie e gli azulejos di Plaza de Espagna, il giapponese Nobuyuki Sato ha 20” sul compagno Koji Shimizu, Modica, lo spagnolo Abel Anton, il portoghese Luis Novo. Ancora sei chilometri, Anton parte all’inseguimento di Sato, lo prende a tre chilometri dallo stadio, lungo il Guadalquivir, Modica c’è ancora, vitale. Un finale crudele ma bellissimo, il mistrettese salta Sato al 41° km, Anton è irrequieto, si gira due, tre volte. I miracoli non esistono, a ventisette secondi da Anton, quasi 37 anni, il vincitore più vecchio di tutta la storia dei Mondiali, Modica può spargere i suoi baci nella calura che non molla, 2.13’36” e 2.14’03” i tempi dei due.

 Foto:  Alice Mangione, Matteo Melluzzo e Giuseppe D'Urso festeggiato all'Aeroporto  di Catania nel 1993.

20 ATLETI PER 47 PRESENZE IN DICIOTTO EDIZIONI

2 ORO: Anna Maria Sidoti (1997) e Giuseppe Gibilisco (2003)

2 ARGENTO: Giuseppe D’Urso (1993) e Vincenzo Modica (1999)

FINALISTI: 2 Gibilisco, Di Gregorio; 1 Arena, Sidoti

PARTECIPAZIONI:

 

1a ed.- Helsinki 1983 (1)

Salvatore Antibo - 5000 m 13° 13’40”76

 

2a ed.- Roma 1987 (2)

Salvatore Antibo - 10.000 m 16° 28’33”77

Walter Arena - marcia 20 km squalif.

 

3a ed. - Tokyo 1991 (4)

Giuseppe D’Urso - 800 m 4° in batt. 1’46”82

Salvatore Antibo - 10.000 m 20° 28’52”41

Walter Arena - marcia 20 km 1.21’01”

Anna Rita Sidoti - marcia 10 km 9a 44’18”

 

4a ed. - Stoccarda 1993 (4)

Giuseppe D’Urso - 800 m 2° 1’44”86 (1’44”83 in sf.)

Salvatore Antibo - 10.000 m 12° 29’10”83 (28’27”48 in sf.)

Walter Arena - marcia 20 km squalif.

Anna Rita Sidoti - marcia 10 km 9a 44’13”

 

5a ed. - Göteborg 1995 (2)

Giuseppe D’Urso - 800 m 4° in batt. 1’47”43

Anna Rita Sidoti - marcia 10 km 13a 44’06”

 

6a ed. - Atene 1997 (4)

Giuseppe D’Urso - 800 m rit. in batt.

Francesco Ingargiola - maratona 30° 2.23’30”

Vincenzo Modica - maratona rit.

Anna Rita Sidoti - marcia 10 km 1a 42’55”49

 

7a ed. - Siviglia 1999 (4)

Giuseppe D’Urso - 1500 m 14° in batt. 3’50”71

Salvatore Vincenti   - 5000 m 15° in batt. 14’03”36

Vincenzo Modica - maratona 2° 2.14’03”

Anna Rita Sidoti - marcia 20 km rit.

 

8a ed. - Edmonton 2001 (3)

Francesco Scuderi - 100 m 5° in batt. 10”53 - 4x100 5° in semif. 38”71

Giuseppe Gibilisco - asta n.c. in qual. tre nulli a 5,30

Anna Rita Sidoti - marcia 20 km 8a 1.31’40”

 

9a ed. - Parigi 2003 (4)

Alessandro Cavallaro - 200 m 7° in semif. 20”59 (2° in batt. 20”42) - 4x100 8° in semif. 38”93 (2° nei qf. 38”63)

Francesco Scuderi - 4x100 m 8° in semif. 38”93 (2° nei qf. 38”63)

Giuseppe Gibilisco - asta 1° 5,90

Simona La Mantia - triplo 9a in qual. 14,05

 

10a ed. - Helsinki 2005 (5)

Giuseppe Gibilisco - asta 5° = 5,50

Claudio Licciardello - 4x400 m 4a in batt. 3’04”40

Alessandro Cavallaro - 4x100 m riserva                 -

Simona La Mantia - triplo 14a in qual. 14,00 (gr. B)

Vincenza Calì - 4x100 m 5a in batt. 44”03

 

11a ed. - Osaka 2007 (2)

Rosario La Mastra -100 m 5° in qf. 10”32 (4° in batt. 10”27) - 4x100 4a in batt. 38”81

Anna Carmela Incerti - maratona 17a 2.36’36”

 

12a ed. - Berlino 2009 (2)

Emanuele Di Gregorio - 100 m 4° in qf. 10”26 (2° in batt. 10”35) - 4x100 6a 38”54 (1a in batt. 38”52)

Giuseppe Gibilisco - asta 7°= 5,65 (7° in qual. 5,65)

 

13a ed. - Daegu 2011 (2)                                       

Emanuele Di Gregorio - 4x100 m 5a 38”96 (3a in batt. 38”41)

Simona La Mantia - triplo elim. in qual. 14,06 (8a gr. A)

 

14a ed. - Mosca 2013 (2)

Giuseppe Gibilisco - asta s.m. in qual.                   

Simona La Mantia - triplo elim. in qual. 13,80 (7a gr. B)

 

15a ed. - Pechino 2015 (1)

Simona La Mantia - triplo elim. in qual. 13,77 (6a gr. A)

16a ed. - Londra 2017 (1)

Ala Zoghlami - 3000 m siepi elim. in batteria 8’26”18 (7° in 1a batt.)

17a ed. - Doha 2019 (2)

Osama Zoghlami - 3000 m siepi elim. in batteria 8’28”57 (8° in 2a batt.)

Alice Mangione - 4x400 m riserva

18a ed. - Eugene 2022 (2)

Matteo Melluzzo - 4x100 m

Alice Mangione - 400 m - 4x400 m - 4x400 m mista

 

19a ed. - Budapest 2023

 

LE BIOGRAFIE

MATTEO MELLUZZO

4x100m

PB: 10”25 SB: 10”28

Siracusa, 29 luglio 2002, 1.87x78kg

Società: Fiamme Gialle

Allenatore: Gianni Melluzzo

Presenze in Nazionale: 2

Il suo primo sport è stato il judo, ma nel 2010 ha cominciato con l’atletica per seguire un gruppo di amici, allenato a Siracusa da Luisa Celesia. All’inizio anche prove multiple e salto in lungo, poi soprattutto velocità sotto la guida tecnica del papà Gianni, ex sprinter. Fin da giovanissimo si è messo in grande evidenza: nel 2019 ha sfiorato la migliore prestazione nazionale Allievi nei 60 indoor (6”81) e ha corso in 10”48 nei 100 all’aperto, conquistando l’argento al Festival olimpico della gioventù europea di Baku. Nel 2021 è sceso fino a 10”25 sui 100 metri per diventare il secondo under 20 italiano di sempre, alle spalle soltanto di Filippo Tortu, prima dei due bronzi agli Europei juniores (100 e 4x100).

Ai Giochi del Mediterraneo di Orano 2022, giovedì 30 giugno, quarto per un soffio nei 100 con 10”28 (+0,9), il secondo tempo in carriera, a soli tre centesimi dal personale della scorsa stagione. Venerdì 1 luglio staffetta 4x100 d’oro: Andrea Federici, Matteo Melluzzo, Diego Pettorossi e Roberto Rigali trionfano in 38”95.

Curriculum (100 m, R/4x100 m):

Mondiali: 2022 (R); Mondiali U20: 2021 (6, 4/R); Europei U20: 2021 (3, 3/R); EYOF: 2019 (2); Giochi del Mediterraneo: 2022 (4, 1/R).

 

ALICE MANGIONE

400m - 4x400m

PB: 51”47 SB: 51”47

Niscemi, 19 gennaio 1997, 1.70x56kg

Società: Esercito

Allenatore: Marta Oliva

Presenze in Nazionale: 6

A 15 anni ha compiuto un’importante scelta di vita trasferendosi da Niscemi, dove abita la famiglia, a Palermo per fare atletica con un tecnico esperto come Gaspare Polizzi e frequentare il Liceo delle Scienze Umane, mentre dal 2016 è passata sotto la guida di Francesco Siracusa. In precedenza si allenava, come pendolare, tre volte la settimana a Catania con Filippo Di Mulo: a metterla in contatto era stato il suo insegnante di educazione fisica, dopo alcune gare scolastiche di corsa campestre. Nel 2015 ha raggiunto la finale nei 400 agli Europei juniores, vincendo l’argento con la 4x400 azzurra, e ha ricevuto la prima convocazione in Nazionale assoluta per il DécaNation di Parigi, a cui però ha dovuto rinunciare a causa di un infortunio. Si è spostata a Roma dall’agosto del 2018, per farsi seguire da Marta Oliva, e nel 2019 è tornata a migliorarsi in 53”45. Nuovi progressi nel 2020 fino al 52”70 del suo primo titolo tricolore assoluto a Padova. Nel 2021 agli Europei indoor ha stabilito il record italiano (3’30”32) della 4x400 in sala e poi è scesa a 51”74 all’aperto, dopo il successo con la 4x400 mista alle World Relays. Al rientro da un intervento all’anca, a cui si è sottoposta nel novembre 2021, si è migliorata nel 2022 con 51”47.

Curriculum (400 m, R/4x400 m)
Titoli italiani assoluti
: 3 (2020-2021-2022); Giochi olimpici: 2021 (batt./R batt./mx); Mondiali: 2019 (riserva/R), 2022 (R/mx); Europei indoor: 2021 (batt./400 m, 4/R); Mondiali U20: 2014 (batt./R), 2016 (8/R); Europei U20: 2015 (6, 2/R); Europei U23: 2019 (5/R); Mondiali U18: 2013 (batt.); EYOT: 2014 (6); Gymnasiadi: 2013 (3, 2/MR); Europei a squadre: 2021 (6, 3/R); World Relays: 2021 (1/mx).