83 ANNI FA A BERLINO

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19 jesse-owens-e-luz-long-una-amicizia-impossibile-nel-segno-dello-sport-alessandro-benetton-blog119 long-and-owns-standing-medium4 AGOSTO 1936 - 4 AGOSTO 2019
83 ANNI FA A BERLINO I SALTI DA LEGGENDA DI OWENS E LONG NEL LUNGO. IL TEDESCO LUZ LONG, L'EROE DI BERLINO 1936, SEPOLTO NEL CIMITERO DI MOTTA SANT'ANASTASIA
(Lipsia, 27 aprile 1913-†Santo Pietro, Acate, 14 luglio 1943)
La vera fratellanza nello Sport
di Michelangelo Granata

Carl Ludwig Hermann Long, detto Luz o Lutz morì a 30 anni, durante la II Guerra Mondiale,

lo sbarco in Sicilia degli Alleati, per le ferite riportate nel massacro di Biscari, la frazione di Santo Pietro del comune di Caltagirone, il 14 luglio 1943. Ai prigionieri furono tolti vestiti, scarpe, oggetti di valore e subito messi in fila per essere fucilati per ordine del capitano John Compton. Suo figlio Kai allora aveva appena un anno e nel 2016 ha scritto un libro con la biografia di suo padre, che ha voluto inviare con dedica al sottoscritto per le ricerche fatte. Long è sepolto nel Cimitero Militare Germanico di Motta Sant'Anastasia.

Jesse Owens e Luz Long s'incontrarono su una pedana di salto in lungo una sola volta, nella finale olimpica dei Giochi di Berlino 1936. A quei tempi i confronti diretti fra atleti di diversi continenti erano una cosa ben rara. 19 Motta SantAnastasia 21.03.19 libro

Eppure quell'unico incontro bastò a cementare fra loro un'amicizia duratura. In quel 4 agosto 1936 l'americano nero nato nel Profondo Sud, in Alabama e il tedesco di Lipsia si affrontarono nel lungo. Le prove di qualificazione crearono problemi imprevisti a Jesse, dotato di grande velocità ma non irreprensibile nello stile. Long era tutto l'opposto e il suo «hang style» (sospensione) era quanto di più bello si potesse vedere all'epoca.

Nel 1936 Hitler era convinto che i Giochi dimostrassero la superiorità della razza ariana e lo statunitense Jesse Owens (Danville, Alabama, 12 settembre 1913-†Tucson, Arizona, 31 marzo 1980), protagonista della XI Olimpiade, diede un duro colpo a questa folle teoria, trionfando con quattro medaglie d'oro: 100 metri (3 agosto), salto in lungo (4), 200 m (5) e staffetta 4x100 (9). Proprio durante la gara di lungo, il biondo atleta tedesco Long si avvicinò al rivale e gli diede il consiglio giusto, dato che Owens rischiava di essere eliminato, dopo i due salti nulli, ne aveva solo un altro a disposizione.

In finale Owens, alla sua ottava prova delle dodici disputate dal 2 al 9 agosto, ebbe ragione del grande rivale al termine di una lotta memorabile che infiammò l'intero stadio. Long, dopo due salti di 7,54 e 7,74, al terzo atterrò a 7,84, due centimetri oltre il suo primato europeo, insidiando Owens (7,74 al primo turno e 7,87 al secondo), al quarto 7,73 e al quinto affiancò l'Antilope d'Ebano in testa alla classifica con 7,87. Owens rispose subito da par suo con 7,94, poi un nullo di Long e l'americano chiuse con un fantastico 8,06, nuovo primato olimpico ad appena sette centimetri dal suo record mondiale. Long, l'italiano Arturo Maffei e il connazionale Wilhelm Leichum (quarti ex-aequo a Berlino) costituirono il trio dei migliori lunghisti europei degli anni Trenta. Un tragico destino accomunò i due grandi saltatori tedeschi, protagonisti di quella storica finale del 4 agosto 1936, anche Leichum cadde in guerra, il 19 luglio 1941, mentre combatteva sul fronte russo.

Owens e Long si mantennero in contatto anche dopo quei Giochi, sia pure solo per iscritto. Sulla famosa leggenda della mancata stretta di mano fra Hitler e Owens, ha gettato piena luce, in tempi assai recenti, il prof. William Baker, in un suo ottimo libro sulla vita del campione: il Presidente del CIO, il belga de Baillet-Latour, propose al Führer di congratularsi «ufficialmente» con tutti i vincitori oppure di astenersi del tutto da quella mansione. Il cancelliere optò per la seconda. Owensvinse il primo dei suoi quattro ori il giorno seguente e così non si pose mai il problema.
Jesse Owens così descrisse la gara: «Mi ricordo che nell'istante in cui toccai terra all'ultimo salto, Luz mi fu a fianco per congratularsi con me. Nonostante Adolf Hitler ci fulminasse con gli occhi dalla tribuna, Luz mi strinse fortemente la mano. Il mio avversario guardò al di là del colore della pelle, a ciò che io rappresentavo come uomo, Hitler o non Hitler, gara o non gara da vincere. Si potrebbero fondere tutte le medaglie e le coppe d'oro che ho vinto, ma non si potrebbe mai riprodurre l'amicizia a 24 carati che nacque sulla pedana di Berlino tra me e Luz».

I due si scambieranno lettere per diversi anni e Owens nel 1943 apprese con mestizia la notizia dell'amico sincero caduto in guerra.

Lutz Long dimostrò di non temere e di non tenere in considerazione l'ira del Führer. Quel gesto di sincera amicizia costò però caro a Lutz Long. Non solo allo scoppio della Guerra fu richiamato nella riserva, ma fu inviato praticamente in prima linea.

Circolano versioni discordanti sulla morte di Long che fu arruolato durante la seconda guerra mondiale nella Luftwaffe (aviazione militare tedesca) con il grado di Obergefreiter-dR (Appuntato della riserva). La prima è che sia morto nel paesino di San Pietro durante la battaglia di Cassino nel marzo 1944. La seconda è che l'eroe di Berlino invece fu ferito gravemente il 10 luglio del 1943, lo stesso giorno dello sbarco degli anglo-americani in Sicilia, in uno scontro a fuoco e morì quattro giorni dopo in un improbabile ospedale da campo britannico nei pressi di San Pietro Clarenza (Catania). Con la data di morte certa, possiamo escludere che Long sia morto nella battaglia di Cassino, che si è svolta dal 15 marzo 1944. Ancora la data di morte ci porta ad escludere anche San Pietro Clarenza, nella storia del quale non vi è traccia di eventi bellici durante l'avanzata degli anglo-americani che comunque entrarono a Catania solo il 5 agosto del 1943. Essendo un militare dell'aviazione militare, Long faceva certamente servizio presso un aeroporto e nei pressi di Gela c'era l'aeroporto di Ponte Olivo che fu subito attaccato e conquistato.

Gli eventuali feriti tedeschi venivano trasportati presso il vicino ospedale da campo che era stato attrezzato presso la base aerea tedesca di Santo Pietro (località vicina a Biscari). L'aeroporto di Biscari (poi Acate) non era altro che una corta pista per il decollo e l'atterraggio degli Ju-87 Stukas tedeschi, situato tra Caltagirone e Vittoria, dal quale decollavano gli aerei per colpire le retrovie americane dello sbarco. Se il povero Lutz Long finì i suoi giorni nell'ospedale da campo di Santo Pietro, è probabile che il corpo sia stato trasferito presso il cimitero di guerra di Ponte Olivo (vicino all'aeroporto di Gela) che ormai era saldamente in mani americane. È curioso come sia nella versione di Cassino che nella versione di Catania ci sia una località che porta il nome di San Pietro. Certamente la confusione nasce proprio da questa omonimia.

Nel 2000 il gesto di Long nei confronti di Owens venne ricordato nella campagna promozionale Celebrate Humanity del Comitato Olimpico Internazionale come esempio del messaggio di pace e fratellanza tra i popoli, secondo lo spirito originario dei Giochi Olimpici ideati da Pierre de Coubertin.

Una giornalista tedesca scoprì la tomba di Luz Long nella fossa comune 2 piastra E del cimitero militare germanico di Motta Sant'Anastasia, dove fu sepolto nel 1961, traslato dal cimitero americano di Gela. Il sacrario si trova a otto chilometri da Catania. Dall'atrio, attraverso una scalinata, si giunge a un cortile dove si trovano le fosse comuni. Su lastre di pietra sono incisi i nomi dei soldati tedeschi dispersi in Sicilia negli anni 1941/44. Al centro del cortile è situata una scultura di bronzo raffigurante un adolescente morente. Su lastre di ardesia sono incisi i nomi dei caduti sepolti nei sotterranei.

Nella foto: Michelangelo Granata al Cimitero Militare Germanico di Motta Sant'Anastasia mostra il libro avuto in dono dal figlio di Luz Long, per le ricerche effettuate su suo padre.