I 10.000 mt. di Enna raccontati da REMIGIO

Enna partenza 10000CAMPIONATO REGIONALE INDIVIDUALE MASTER SU PISTA 2017

Di Remigio Di Benedetto

2 Settembre 2017, ore 18 e 25. Campo di atletica della città di Enna. Siamo schierati sulla linea di partenza a forma di lunetta che dovremo oltrepassare 25 volte per completare i "10000" nei quali ci stiamo per cimentare. Siamo circondati da giudici, cronometristi, fotografi e.. qualche tifoso. È una corsa quasi "in famiglia", siamo in otto, sei maschietti e due femminucce, Suelen e Daniela. Michelangelo Granata, giudice migrante da Catania,

ha la pistola in pugno. Una collega di Michelangelo fa notare a Mendola (Atletica Avola) che ha un piede posizionato 2 centimetri oltre la linea di partenza, uno spazio che forse potrebbe essere determinante in fase di arrivo.. Poi Granata spara e tutti con un veemente scatto cerchiamo di conquistare la "corda" della pista. La partenza è "a razzo" ma senza testata nucleare. Il più "esplosivo" è Venerando Tina (Atletica Avola), accreditato forse del miglior tempo tra di noi che si pone subito in testa al manipolo di coraggiose e coraggiosi concorrenti. Quasi tutti cercano di mantenersi in scia. Io non mi lascio trascinare dalla partenza veloce di Venerando, il mio ultimo 10000 in pista è datato 2004 e per oggi ho un semplice obiettivo cronometrico, 45'. Giuseppe Scelfo (Track Club Caltanissetta) mi sembra comunque un buon punto di riferimento e mi accodo a lui per seguirne il ritmo. Si forma il treno con Venerando che "tira", affiancato da Angelo Mendola (Atletica Gela), Renato Lo Faro (Fortitudo Catania) e Suelen Spitaleri (SAL Catania). Dopo di me procedono con ritmo turistico l'altro Giuseppe (Atletica Valverde) e Daniela. Scorrono il primo e il secondo giro, il mio portentoso e nuovissimo "Garmin", cronometro, contapassi, "contatutto" insomma, scandisce il passaggio al primo chilometro con una quindicina di metri di anticipo, forse vorrebbe aiutarmi ma non è possibile, i giri sono 25 e i Km 10, non ci sono sconti per nessuno, i giudici sono inflessibili. Mi rendo conto che il mio passaggio in 4'12" indicatomi "dall'aggeggio elettronico" è oltremodo generoso ma il 4 e 15 effettivo al Km è pur sempre troppo veloce rispetto al mio programma e decido di tirare il "freno a mano". I giri scorrono e Scelfo progressivamente rallenta e lo supero; più avanti Venerando si "tira" sempre dietro Renato e Suelen che oggi sembra in forma smagliante. Io sono in scia di Angelo Mendola che dopo avere partecipato alla partenza "a razzo" ha ridimensionato i suoi programmi. Passo al 2° e 3° km con ritmo pochissimo al di sotto dei 4 e 30 e capisco che "viaggio" al limite del mio programma cronometrico. Lentamente vedo lo spazio tra me e Mendola diminuire, mentre il trio Tina, Spitaleri, Lo Faro e molto più avanti. Oltre la mia consorte, qualche amico a bordo pista mi incoraggia al passaggio, lo fa perfino Michelangelo, forse in modo "illecito" come giudice di gara. "Un'anima pia" a bordo pista mi offre acqua con la quale faccio una gradevole "micro" doccia. I miei passaggi dal 4° Km sono un "pizzico" sopra il "programmato" 4 e 30, ma dopo il 6° km trovo energie per aumentare di qualche secondo la velocità e vedo Mendola avvicinarsi nuovamente. Nello scorrere dei chilometri subisco il doppiaggio da parte della coppia di testa e a mia volta doppio Giuseppe e Daniela. Il contagiri "elettronico a manovella" posto sulla linea di arrivo a questo punto segna i giri mancanti a Venerando. Io invece devo concentrarmi sull'indicazione "manuale" in senso letterale che viene fatta con le dita dalla giudice al mio passaggio. Sono ancora lucido e concentrato nonostante che la fatica, come è noto, annebbi il cervello. Siamo all'ottavo Km, sento le gambe appesantirsi e rallento leggermente. Perdo forse un secondo a giro e Mendola si allontana, ma non me ne preoccupo, sono concentrato sul mio obiettivo dei 45 primi anche se sono in lieve ritardo sulla "tabella di marcia". Sono a due giri dal termine, cerco le energie per non perdere il treno dei 45'. Sono al massimo dello sforzo. È l'ultimo giro, accelero per quanto posso e vedo che Mendola fa altrettanto, sono sul rettilineo opposto alla tribuna, il campo, oramai è completamente in ombra ma io sono surriscaldato. Prima che termini l'ultima curva inizio a sprintare per recuperare quel manipolo di secondi di ritardo che ho accumulato. Sono sulla linea del traguardo che supero per la venticinquesima volta, è finita sono 10km. Stacco il cronometro e "il mio Garmin" mi dà il tempo: ai 45 primi programmati si aggiungono 2 secondi e qualche decimo, si sono proprio quei due secondi che mi spingono a riprovarci alla prossima occasione..

Remigio Di Benedetto
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