A Motta S. Anastasia sempre Kenya e tifo per il mottese Salvatore Nicosia
Scritto da cristina   
partenza.jpgIl Trofeo podistico “Sant’Anastasia” ha preso il volo, tre edizioni e tutte all’insegna del Kenya. Nel 2007 la vittoria di Philimon Metto Kipkering, nel 2008 Ezekiel Meli Kiprotich e quest’anno la stella nera Nelson Dokita Olempayie di casa dalle nostre parti. Soddisfatto oltre ogni misura il fondista mottese Antonio Recupero, creatore dell’evento in un territorio sordo all’atletica leggera, spalleggiato dal presidente del consiglio comunale di Motta Sant’Anastasia, lo sportivo Anastasio Carrà e il supporto tecnico di Basilio Gurgone dell’Atletica Scuola Lentini. Il tutto sotto il patrocinio del comune di Motta Sant’Anastasia, in primo luogo il sindaco Angelo Giuffrida, l’assessore allo Sport Vito Caruso.
Motta Sant’Anastasia, fin da Dionisio, il tiranno di Siracusa (432-367 a.C.), ricoprì

 un ruolo di notevole importanza strategica come roccaforte d’avvistamento e di difesa. Tale ruolo crebbe durante il periodo normanno con Ruggero d’Altavilla che vi edificò una torre per presidiare la Piana di Catania e proteggere i possedimenti normanni dalle incursioni saracene. Aggirandosi per le viuzze di Motta si può riscoprire ancora l’atmosfera di un tempo, molte abitazioni conservano la stessa struttura architettonica. Nella parte sottostante il Castello Normanno s’impatta con l’imponente mole basaltica sulla quale è stato edificato il torrione. Le mura dell’edificio svettano su per il cielo, l’intreccio delle stradine che attorniano la rupe confluisce nello spazio antistante il Castello, dal quale lo sguardo spazia verso la Piana di Catania a sud e l’Etna a nord.

Speaker essenziale Giuseppe Marcellino e starter il sindaco Angelo Giuffrida, presente il diciottenne velocista mottese Alessandro Carrà, la gara prende il via tra l’entusiasmo dei paesani che gremiscono Piazza Umberto I. Il circuito di km 1,100 da ripetere nove volte è duro parecchio, lo sottolinea lo stesso Recupero, nel paese o si sale o si scende. Gli atleti passano davanti al Neck di Motta (l’unico esempio in Italia), rupe isolata di lave colonnari che hanno un’età, secondo studi recenti, di circa 550.000 anni, potrebbe anche essere un diatrema (cratere di esplosione).

Come nei due anni passati (nono nel 2007 e quinto nel 2008) il tifo di tutta Motta è indirizzato all’enfant du pays Salvatore Nicosia. La storia del nostro atleta, nato a Motta S. Anastasia l’8 marzo 1963, è quella di un ragazzo del profondo Sud che a diciannove anni nel novembre del 1982 ha dovuto lasciare la sua terra, avara con i talenti, per trasferirsi ad Ostia con le Fiamme Gialle alla corte di Andrea Bartoli. Il 25 maggio di quella stagione aveva corso i 10.000 metri al Meeting di Firenze in 28’35”02, nuovo primato europeo juniores e nona prestazione italiana assoluta di tutti i tempi, a tutt’oggi la seconda nelle graduatorie nazionali di categoria. Nicosia vanta 13 presenze con la maglia azzurra negli anni 1982-89, campione italiano sui 10.000 nel 1985, vincitore nella Coppa del Mondo di maratona a Seul 1987 (2.12’13”). Una carriera infinita la sua, pensate nella maratona nel 1994 a Cesano Boscone ha vinto il titolo italiano assoluto in 2.16’22” e… nel 2009 a 46 anni quello della categoria M45, 2.27’22” a Treviso il 29 marzo, nono al traguardo. Salvatore l’8 giugno 1980 a Reggio Emilia realizzò la miglior prestazione italiana allievi dei 3000 siepi con 9’12”9, ebbene il record è stato migliorato solo lo scorso 2 agosto da Andrea Sanguinetti (9’08”69), a 29 anni di distanza.

Una bella muta ai primi due passaggi (4’12” e 7’56” i tempi), il terzo è il più veloce e sono già tutti in fila: il trentenne Olempayie 11’09”, Kipkering 11’18”, da 15 anni in Italia e toscano d’adozione, il marocchino Hamad Bibi (Cus Palermo) 11’27”, il mazzarinese Luigi La Bella (Esercito) 11’33”, lo sciclitano Giovanni Fortino (Runner Team 99 Sbv Volpiano) 11’40”, il palermitano Francesco Duca (Violettaclub Lamezia Terme) 11’45”, l’altro marocchino Adil Lyazali (Valle dei Templi Agrigento) 11’50”, Salvatore Nicosia (Athletic Terni) 11’52”. Al quarto giro (15’05”) il peso piuma Bibi raggiunge Kipkering per la seconda posizione, al quinto (18’50”) è a ridosso di Olempayie. Nelle successive tre tornate il keniano e il marocchino fanno coppia in testa (22’36”, 26’17” e 30’05” i tempi). Olempayie con la casacca della Libertas Catania va via subito dopo nella rampa di via Vittorio Emanuele e vince in 33’26” contro i 33’51” di Bibi. Buon terzo il tenace Duca di Finale di Pollina in 34’00” che precede la promessa Giovanni Fortino e La Bella, provenienti rispettivamente dai vivai di Franco Ruscica di Scicli e Francesco Giannone di Mazzarino. Sesto Kipkering, settimo il 43enne Geri Interrante (Cinque Torri Trapani), primo amatore in 35’30”, ottavo Davide Ragusa, altro talento di Mazzarino. Grande festa per Salvatore Nicosia, tredicesimo in 36’30”.

In anteprima ha dato spettacolo la gara riservata alle donne e agli allievi sui cinque giri (km 5,500). Vittoria della catanese Sofia Biancarosa (Assindustria Sport Padova) che ha lasciato la compagnia di Claudia Finielli (Runner Team 99 Sbv Volpiano) all’ultimo giro, 21’17” e 21’33” i rispettivi tempi. Sofia è allenata da Tommaso Ticali e punta alla maratona, il tecnico di Claudia è Ruscica e l’atleta di Scicli era al suo rientro. Dopo l’allievo Antonio Crispi (Olimpia Biancavilla) in 22’10”, terza donna Giusy Chiolo di Mazzarino (Pro Sport 85 Valguarnera) 22’15” davanti alla veterana Tatiana Betta (Atl. Pedara) 22’31”. Nelle gare giovanili successi tra gli esordienti di Veronica Pino (Marathon Club Biancavilla) e Andrea Narzisi (Atl. Scuola Lentini); ragazze: Letizia Leonardi (Atl. Virtus Acireale); ragazzi Angelo Licciardello (Monti Rossi Nicolosi); cadette: Federica Pacetto (Atl. Lib. Scicli); cadetti: Michele Malvuccio (Olimpia Biancavilla).

Michelangelo Granata

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