MARATONINA DI CATANIA Il diario della corsa
Scritto da Remigio Di Benedetto   

DSC05982l'angolo di Remigio
00,000 km. Piazza Università, piove e il tempo è molto freddo. Siamo schierati sulla linea di partenza, non è un momento piacevole perché siamo pressati gli uni contro gli altri e l'aria è pervasa dell'odore non gradevole dei nostri corpi già sudati dopo il "riscaldamento", che si miscela col profumo acre delle creme riscaldanti di qualche atleta spalmate sulle proprie gambe. Non è un buon momento neppure per chi soffre "d'ansia da prestazione", il pensiero per l'avversario da battere o per il "tempo" da realizzare, crea in molti un "magone" che solo lo sparo liberatorio dello starter potrà far cessare.

Siamo in leggero ritardo sul programma della manifestazione e si è in attesa del "via libera" dei Vigili Urbani posizionati sul percorso e del sindaco, starter della gara su direttive del Giudice di partenza Michelangelo Granata. Il "calore umano" che emaniamo ci riscalda un poco ma c'è un gran "saltellare", sotto "il gonfiabile", per mantenere calda la muscolatura, siamo stanchi d'attendere, molti scalpitano, hanno freddo, si sente qualche fischio, la pioggia aumenta d'intensità, poi l'apparizione del sindaco Stancanelli, lo sparo, e finalmente è gara: parte la Maratonina di Catania.

DSC05995Nel breve tratto iniziale della via Etnea che ci conduce alla piazza Duomo, non tutti gli atleti sono prudenti e corretti e si fanno miracoli per evitare scontri e cadute, il gruppo è ancora compatto ed è difficile districarsi al suo interno, la sede stradale bagnata rende tutto ancora più complicato. Svoltiamo in via Vittorio Emanuele e dopo un centinaio di metri ci rendiamo conto che il percorso è ben "oliato", forse una cisterna ha perduto olio o forse un incidente e l'asfalto in quel tratto è ricoperto d'olio, le nostre scarpe scivolano più del dovuto, la segatura di cui è cosparso l'asfalto non è sufficiente, ma superiamo il "pericolo" e proseguiamo senza danni.

All'altezza della via Ventimiglia svoltiamo due volte di seguito a sinistra e ci ritroviamo di fronte al magnifico Teatro Massimo "Bellini", tempio catanese della lirica, ma per noi oggi la musica è un'altra: la fatica, la pioggia sempre più intensa e il vento in molti tratti contrario, scandiscono le note del nostro percorso. Superata la magnifica piazza, imbocchiamo la via Perrotta, poi la via S. Orsola che ci riporta nella via di Sangiuliano, un percorso nel cuore della città. Quando arriviamo in piazza Gandolfo c'è lo "spugnaggio", ma riteniamo "sufficiente" la pioggia e svoltiamo rapidamente in via Crispi.

La strada è in leggera salita, la pavimentazione è un poco sconnessa e ci rende la vita più difficile. Ogni incrocio è presidiato da volontari o vigili urbani, l'organizzazione è perfetta, ma qualche "sciocco" di turno è sempre presente e quando tagliamo il corso Martiri della Libertà un coro di clacson di autisti impazienti scandisce il nostro passaggio. A piazza Bovio si svolta a destra, percorriamo interamente via Mascagni e via Salemi e a destra imbocchiamo la via Umberto. È una serie infinita di svolte, ma con l'ultima a sinistra imbocchiamo la via Etnea e l'immagine del gonfiabile che ci appare in lontananza ci dà nuova energia.

DSC05996Al passaggio del 1° giro, Antonio, il cronometrista del gruppo al quale mi sono aggregato fin dalla partenza, ci annuncia che siamo in vantaggio sulla media programmata, ho qualche dubbio sulla mia tenuta, ma proseguo tranquillo seguendo il passo incredibilmente costante e regolare dell'amico Carmelo Fiorito, guida del nostro gruppo.

L'Elefante di piazza Duomo al nostro passaggio ci guarda indifferente, ma ha capito che stamattina c'è qualche movimento in più, oltre la monotonia dei soliti turisti ai quali concede una foto ricordo.

Il 2° giro prosegue senza intoppi, superiamo il tratto oleoso e al passaggio davanti al Teatro pensiamo alla "Forza del Destino" di Verdi e alla "Forza delle nostre gambe" che ci deve portare all'arrivo. Quando completiamo il 2° giro (metà gara) il nostro cronometrista un po' affannato ci dice che abbiamo fatto un secondo in meno del 1° giro, prendiamo così anche "Forza nell'animo" e quando in piazza Gandolfo veniamo doppiati da Giovanni Cavallo e da Vito Massimo Catania pensiamo che sia la "Forza della gioventù" e non ce ne curiamo...

Il passaggio al 3° giro è sotto un gonfiabile in "via di sgonfiamento", quasi ci cade in testa, il nostro cronometrista Antonio ha purtroppo perso contatto, ci arrangiamo con i nostri mezzi e scopriamo d'essere ancora perfettamente in media con il ritmo programmato, anzi abbiamo un po' di vantaggio. Ma alla svolta di piazza Duomo vedo che anche l'amico Carmelo, che con il suo passo estremamente regolare mi aveva fatto da battistrada per sedici chilometri, perde leggermente contatto, capisco che devo cavarmela da solo. Voglio mantenere il ritmo finora sostenuto anzi cerco energie per aumentare il passo e devo fare i conti con un po' di dolori muscolari che sono il "riassunto" di infortuni, vecchiaia, e forse preparazione affrettata in relazione alla distanza da percorrere. Ogni cambio direzione diviene più difficile, ogni avvallamento dell'asfalto sembra un fossato, ma non mi scoraggio, sono in recupero su altri concorrenti e all'ultimo passaggio di fronte al "Bellini" credo di sentire la Marcia Trionfale e quando alla 40a svolta proposta da questa mezza maratona imbocco la via Etnea, capisco che la "missione è compiuta".

21,000 km. A 97,50 m dall'arrivo mi rendo conto che il gonfiabile rosso della partenza non c'è più, nonostante la notevole fatica fisica mi annebbi la mente, individuo ugualmente l'arrivo anche grazie alla "visione" dell'inconfondibile figura di Michelangelo Granata, "tutor" dell'atletica catanese, posta sulla linea d'arrivo, che mi conferma: "sei arrivato"! Le gambe sono in una condizione poco descrivibile e non riesco a star fermo, poi lentamente con un poco di defaticamento la situazione si normalizza. Alcuni secondi dopo di me vedo arrivare alla spicciolata gli amici con i quali abbiamo condiviso quest'avventura, siamo tutti contenti e soddisfatti e il nostro pensiero è subito rivolto alla prossima gara.

Il vincitore è arrivato da mezz'ora e noi che lo abbiamo visto sfrecciare lungo il percorso siamo contenti di essere giunti in tempo per assistere alla premiazione e gli facciamo i nostri complimenti. Giovanni Cavallo (Sprinteam), Vito Massimo Catania (Atletica Amatori Regalbuto) e Carmelo Carpinteri (Trinacria Sport) sono nell'ordine il trittico vincente.

I ringraziamenti vanno agli organizzatori, per una manifestazione che ci è sembrata quasi perfetta e soprattutto a chi lungo il percorso, nonostante le condizioni atmosferiche pessime, ci ha assistito e controllato.

Nelle foto: gli atleti infreddoliti prima del via, i passaggi di Giovanni Cavallo e Vito Massimo Catania (n. 658).

Remigio Di Benedetto
r.dibenedetto@aliceposta.it