Sofia Biancarosa e Lorenzo Cannata le stelle di Caltagirone
Scritto da cristina   

biancarosa_sofia_partenza.jpgIl Giro Podistico di Caltagirone, organizzato dall’Associazione Sportiva e Culturale Blaue Reiter di Luigi Belmonte con il supporto di Sergio Belmonte, l’anima dell’evento e la collaborazione tecnica di Fabrizio Boria, sponsor il Palazzo Ceramico, museo della ceramica contemporanea, in appena due edizioni ha centuplicato le sue forze. In piena atmosfera natalizia la stella catanese Sofia Biancarosa (Assindustria Sport Padova) ha concesso il bis in piazza del Municipio e il modicano Lorenzo Cannata (Aeronautica) si è affermato tra due ali di folla davanti a Davide Ragusa, il vincitore del 2008.

A Caltagirone - sorta nel III millennio a.C., uno dei primi abitati della Sicilia, famosa in tutto il mondo per la produzione artigianale della ceramica - era ora che fosse colmato il vuoto creatosi da un decennio con la scomparsa del Trofeo “San Giacomo”. Il Giro Podistico di Caltagirone in questi due anni ha saputo rioffrire ai calatini una corsa su strada degna erede delle

gare spettacolari mai scordate con tanti atleti blasonati. Sono entrate nella leggenda le scorribande per la città a partire dal 1964 sino ai primi anni Settanta dell’idolo locale Ciccio Sabatino, campione italiano juniores dei 3000 metri a Bologna il 13 giugno 1964, gli azzurri catanesi Elio Sicari, Giuseppe Ardizzone, Francesco Amante (rispettivamente sei, ventidue e venti presenze in nazionale), Benedetto Mastroieni di Sciacca, Vito Riolo, l’altro calatino Raffaele Santoddì, Pippo Raiti, l’indimenticabile campione di Villabate Luigi Zarcone. Il Trofeo “San Giacomo” dalla storia travagliata rinacque nel 1981 e si disputarono altre dieci edizioni: la splendida tripletta di Salvatore Nicosia (1982, 1985 e 1986) sul viale Milazzo, nel 1985 il mottese era fresco campione italiano sui 10.000 metri, la corsa record del siepista Luciano Carchesio (1987), ancora sette anni di buio, infine le vittorie di Geri Interrante (1995 e 1997) e Salvatore Vincenti (1998).

la_partenza_caltagir.jpgIn piazza del Municipio gli atleti sono in attesa del via tra il Palazzo dell’Aquila (XIX sec.) e la Casa Senatoria (XV sec.), oggi Galleria Luigi Sturzo, alle loro spalle, meraviglia delle meraviglie, la monumentale Scalinata di Santa Maria del Monte, soltanto il sole non vuole apparire. Starter l’Assessore allo Sport del comune di Caltagirone Salvo Russo e speaker essenziale Giuseppe Marcellino che dà il tocco di classe all’intera manifestazione, la gara su un circuito da scenografia di 1250 metri da ripetere sette volte si accende ben presto. Al primo giro sono sei in testa: lo sciclitano Giovanni Fortino (Runner Team 99 Sbv Volpiano), allenato da Franco Ruscica, il lentinese Alessandro Brancato (Sprinteam Catania), i mazzarinesi Davide Ragusa (Grottini Team Loreto) e Damiano D’Asaro (Sport Club Catania), pupilli di Francesco Giannone, pure lui in gara, i due modicani Giuseppe Gerratana (Lib. Running Modica) e Lorenzo Cannata (Aeronautica), allievi di Salvo Pisana. Al successivo passaggio il terzetto Cannata, Fortino, Ragusa ha una ventina di metri su Gerratana e il vantaggio dei tre sull’inseguitore si raddoppia alla terza tornata. A due giri dalla fine sono al comando Cannata e Ragusa, staccato Fortino. Ultimo giro, sono tutti in fila uno dietro l’altro, conduce Cannata, poi Ragusa, sorprende il 17enne Gerratana che transita in terza posizione, scavalcando Fortino. Per Cannata trionfo solitario in 21’42” sui km 7,500 davanti agli altri due protagonisti della corsa, la promessa Ragusa (22’01”) e Gerratana (22’23”). Nell’ordine sopraggiungono Fortino (22’32”), Brancato (22’35”), D’Asaro (23’15”), quarto lo scorso anno e al settimo posto il primo amatore, il belpassese Alfio Scalisi (C.O. Maratona Città di Palermo) in 23’46”.

L’aviere Lorenzo Cannata è stato nei cross ottimo terzo a Volpiano il 15 novembre e settimo a Condino due settimane dopo. Davide Ragusa nell’Incontro Internazionale Promesse di corsa su strada disputato ad Orléans in Francia il 18 ottobre si è piazzato secondo nella maratonina in 1.06’56”. Sulla distanza vanta il bronzo ai Campionati italiani promesse in 1.08’19” (Ravenna, 31 maggio). Giuseppe Gerratana, nel 2009 sui 2000 siepi due presenze nella rappresentativa nazionale allievi e secondo nelle graduatorie italiane, sarà tra i 43 atleti nati tra il 1994 e 1991 che parteciperanno al primo raduno nazionale giovanile del 2010 a Formia dal 2 al 6 gennaio. cannata_e_ragusa.jpg

La prima serie sui quattro giri (km 5) ha visto il trionfo di Sofia Biancarosa in 17’08” su Giusy Chiolo (Pro Sport 85 Valguarnera) 17’21”. Sofia è andata via prima dell’ultimo giro e per la mazzarinese non c’è stato più nulla da fare. La catanese era quasi intenzionata a mollare con l’atletica leggera nel mese di aprile, poi a maggio con l’allenatore Tommaso Ticali ha ripreso la voglia di correre e alla Maratona di Carpi l’11 ottobre con 2.48’42” è stata la quinta italiana. La Chiolo da parte sua ha completato la Firenze Marathon il 29 novembre 2.54’03”, quindicesima assoluta e terza italiana.

Nelle gare giovanili si sono imposti tra gli esordienti Alice Iraci (Road Runner Gela), Federica Sammartino (Road Runner Gela) e Samuele Licata (Road Runner Gela); nella categoria ragazze Anna Turco (Road Runner Gela), ragazzi Ludovico Cinardo (Atl. Mazzarino); cadette Federica Pacetto (Atl. Lib. Scicli), cadetti Gaetano Manduca (Atl. Bagheria); allievi Vincenzo Lorefice (Lib. Running Modica).

Michelangelo Granata

 

caltagirone_scalinata.jpgLa Scalinata di Santa Maria del Monte, costruita nel 1606 e lunga oltre 130 metri, è l’emblema della città, una delle sue meraviglie. Nel 1844 l’architetto Salvatore Marino unificò le varie rampe e nacquero così i 142 gradini, dal 1954 interamente decorati nelle alzate con mattonelle prodotte dai ceramisti locali. In ogni alzata di gradino è applicato un rivestimento di maiolica policroma, quella che ha reso famosa la città. Le maioliche sono decorate con motivi isolani che vanno dal X al XX secolo, raccolti e adattati da Antonino Ragona. L’effetto è mirabile e il colpo d’occhio spettacolare. La scala viene ogni anno illuminata il 24 e il 25 luglio per la festa di San Giacomo, patrono della città, da migliaia di lumini a fiammella viva. Il risultato visivo che ne deriva è una sorta di colata lavica, un fiume di fuoco che nella sua luminosità disegna eleganti figure decorative, frutto dell’abilità di un capomastro, agli ordini del quale lavorano decine d’addetti alla sistemazione delle lucerne. A formare il singolare arazzo di fuoco è un insieme di quattromila lanternine dette lumere. Il primo ad aver pensato, verso la fine del 1700, a un disegno luminoso, fu l’architetto Bonaiuto. Ma si deve al frate Benedetto Papale la scenografia della scala illuminata. Per quarant’anni il monaco disegnò motivi ornamentali, soprattutto floreali, di grand’effetto. Si assiste nel più rigoroso silenzio al momento della collocazione delle quattromila lucerne con il capomastro a dirigere la chiamata del disegno, che consiste nel deporre lentamente i coppi al loro giusto posto. L’accensione è emozionante: un gran numero di uomini, molti dei quali ragazzi, appostati lungo la scalinata, attendono il segnale convenuto (fissato alle 21,30) per accendere gli stoppini con steli di piante secche, chiamati busi. Le lumere s’accendono all’improvviso, una dopo l’altra, dando vita a un impressionante serpente di fuoco. L’arazzo ha vita per un paio d’ore e una marea di spettatori vi s’assiepa festosamente ai piedi. In primavera (maggio-giugno), la scala viene rivestita di fiori: migliaia di piantine in vasetto vengono sistemate sui gradini. In cima alla scala si staglia S. Maria del Monte, la chiesa matrice, sede antica del potere religioso.